dal 1960 il trattamento di cotto. L'esperienza di due generazioni al vostro servizio


Galleria degli Orrori

Scherzosamente denominata "Galleria degli Orrori" questa pagina mostra alcune curiosità e assurdità trovate (e riparate) sui pavimenti di cotto.

Evento piuttosto raro, lo strato di cera polimerica, steso ossessivamente dalla cliente per anni, era talmente spesso da rimanere integro nonostante fosse ammorbidito dall'alcalino. La rimozione è così stata "manuale" semplicemente raccogliendolo da terra come se fosse una pellicola di plastica.

Stesso strato ceroso, in questa foto se ne vede bene la consistenza. Addirittura si notano "stampate" più scure le fughe. Ma la vera sorpresa è stata trovare sotto a questo strato un ulteriore spesso strato di una polimerica differente che però veniva ammorbidita da un differente alcalino e completamente insensibile a quello usato in precedenza

Classica situazione (ma decisamente esagerata) di stratificazione di cera polimerica colorata. Raggiunto uno spessore critico inizia a staccarsi da sola in scaglie. Sotto le parti distaccate, in questo caso , notiamo anche efflorescenze biancastre.

Questa foto non ha bisogno di commenti, si vede molto bene lo strato polimerico nero, inarcato e distaccato. Questa situazione estrema è rarissima da trovare

Situazione meno esasperata della foto precedente ma anche qui è bene individuabile lo strato scuro

Trattamento epossidico - Questa foto, sebbene possa anche sembrare non particolarmente critica, è la situazione peggiore che si possa incontrare e che determina la sostituzione del pavimento o la sua levigatura (cosa che rende un cotto fatto a mano simile ad un linoleum). Purtroppo è stato steso sul pavimento un prodotto a base epossidica (incredibilmtente sul barattolo c'era scritto trattamento per cotto). Questo prodotto, irreversibile, non è rimovibile dal pavimento, è totalmente non traspirante e forma una "glassatura" lucidissima.

Trattamento epossidico - la non traspirabilità dello strato epossidico fa si che l'umidità naturalmente presente nei mattoni e sottofondi, salendo in superficie, condensi sotto l'epossidica formando una macchia bianca. Stessa cosa fanno eventuali efflorescenze. Il pavimento è condannato, non è stato possibile rimuovere lo strato. Abbiamo tentato con tutto, qualsiasi prodotto, poi abbiamo contattato l'azienda produttrice della resina e su loro indicazione abbiamo provato degli altri prodotti che però non hanno neanche tolto la lucentezza. Nostro malgrado non abbiamo potuto aiutare questo sfortunato signore.

Trattamento epossidico - ultima foto di questo disgraziato cotto. Qui si vede una piccola porzione dove la risalita di umidità è riuscita a staccare la parte epossidica, forse in concomitanza con una stesura maldestra.

Impressionante crosta di polimerica colorata durante lo scioglimento per la rimozione. Sulla destra si iniziano a vedere i mattoni sottostanti

Su questo cotto addirittura abbiamo trovato (come ai vecchi tempi) una verniciatura a smalto. Ovviamente la vernice (non traspirante) salta alla prima traccia di umidità rilasciata dal pavimento, non necessariamente nei piani terra (questo era un attico)

Una prepotente salnitrazione

Questo è quello che succede quando, senza protezioni specifiche, il salnitro sale e scende a seguito di bagnature cicliche, come meglio spiegato nella piccola enciclopedia del cotto.

Come si può ben vedere anche il cotto industriale subisce lo sfaldamento da bagnatura ciclica e salnitro.

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